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Pubblicato il: 08/03/2022
Tra i biker appassionati è diffuso un importante dubbio, dalla risposta però non immediata, ossia quando cambiare la catena della bici. Se a volte, per farla funzionare al meglio, è sufficiente pulirla e lubrificarla regolarmente, altre volte diventa necessario procedere con una sostituzione: ma come capire quando è arrivato il momento? Scopriamolo insieme.
La catena della bici è una componente che tende a usurarsi molto facilmente, visti la sua struttura e il suo posizionamento. Si tratta, infatti, di una serie di maglie saldate insieme che aderiscono ai denti delle corone e dei pignoni della bici, per consentire che la forza immessa sui pedali sia trasmessa correttamente fino alle ruote.
Ciascuna maglia, poi, è composta da due piatti interni e due esterni, saldati insieme da perni. Le coppie di piatti esterni forma una mezza maglia (detta femmina) mentre una coppia di piatti interni forma una mezza maglia (detta maschio). La lunghezza della maglia, inoltre, è standard e pari a 25,4 mm. Il prolungato utilizzo, però, determina il consumo delle placche interne delle maglie: di conseguenza, la catena si allunga e, a questo punto, diventa necessario sostituirla. Il chain stretch, infatti, modifica le distanze tra i perni e la catena e fa sì che questi non si collochino più negli spazi tra un dente e l’altro della corona, sbattendovi sopra e arrivando a fare assottigliare la catena nel tempo. Altro problema riguarda l’evidente incurvamento laterale, che rallenta il cambio e la fluidità della pedalata.
Non è facile capire dopo quanti chilometri di utilizzo si verificherà il fenomento del chain stretch. Non c’è, infatti, un vero e proprio limite standard, poiché la sopravvivenza di una catena dipende da una serie di fattori, come:
In ogni caso, indicativamente è bene valutare se sostituire la propria catena circa dopo 5000-6000 km di percorrenza. Se ci si chiede, a questo punto, se sia meglio sostituirla preventivamente o solo a guasto, in realtà questa scelta dipende dalle risorse finanziarie di ciascun ciclista: i ciclisti di professione o coloro che hanno un buon budget cambiano catena ogni 3000-4000 km circa. Inoltre, cambiare la catena prevede anche il cambio dei pignoni, altrimenti quelli vecchi usureranno in breve tempo anche la nuova catena.
Il ciclista medio, invece, cercherà di cambiare la catena prima che si spezzi, in base alle abitudini di pedalata e di manutenzione, oltre al già citato chilometraggio; tutto per impedire lo spezzamento della catena, che spesso avviene in situazioni di grande sforzo, come in salita, e che costringe il ciclista a tornare a casa con altri mezzi.
Oltre all’allungamento fisiologico, che è inevitabile, esiste però un altro fattore che può contribuire all’allungamento della catena: lo sfregamento tra dente e boccola, che è però evitabile grazie a una manutenzione e pulizia costanti. La manutenzione preventiva, per esempio, comporta l’asportazione della polvere e la lubrificazione della catena e si esegue una volta a settimana (lubrificare la catena, inoltre, consente anche di eliminare il rumore della catena della bici sotto sforzo). Si deve poi anche ispezionare la catena, per controllare che i perni siano in sede; in caso contrario, vanno reinseriti al loro posto, per prevenire la rottura della catena.
Una buona cura della bici però non può prevenire in eterno l’usura della catena che, una volta avviata, diviene però progressivamente sempre più rapida mano a mano che il suo allungamento aumenta. Dunque una volta allungata, anche di poco, l’usura è veloce e inarrestabile, rischiando inoltre di rovinare altre componenti della bici, come i pignoni. Per questo è necessario sostituire la catena quanto prima, ai primi segnali di cedimento.